L’intento -tra l’ironico e il serio- è di inventare/cucinare un biscotto nuovo per il fine pasto in compagnia: il “mandala-biscotto”
Siamo abituati alle mono porzioni, a tagliare una torta in fette o a condividere un vassoio di pasticcini, perché non aggiungere, come alternativa, un grande biscotto da mettere al centro del tavolo e da spezzare con le mani?

Il disegno del mandala (ahimè le mie competenza in fatto di glasse e sac a poche sono piuttosto scarse…!) da al dessert una connotazione calda e intima, quasi spirituale*.
Lo spezzarlo con le mani è da vivere come una espressione di non attaccamento (fondamento della pratica del mandala) e il condividerlo come un gesto di unione (mangiamo tutti lo stesso mandala portandoci quindi via, simbolicamente, una parte dell’altro).
*Se è vero che il cibo può curare e far gioire gli si può anche dare una connotazione lieve
Improvvisarsi con una certa ostinazione pasticcerartista. Raggiungere risultati esteticamente mediocri ma apprezzabili nel gusto




Rispondi